venerdì 3 ottobre 2008

L'ITALIA POTENTE CHE AMA IL RAZZISMO



di Piero Sansonetti - da Liberazione

Non sappiamo più come trattarle, queste notizie. Ogni giorno, ogni giorno: un ragazzo africano picchiato, un cinese, un arabo, magari ridotto in fin di vita, magari ucciso. Fino agli episodi estremi, come quello di Castelvolturno, dove sono stati massacrati sei neri, a raffiche di mitra, e il giorno dopo i giornali invece di parlare di strage razzista, di nazi-camorrismo, e invece di raccontarci le vite, le storie, le famiglie, le speranze e i dolori delle sei vittime (come avrebbero fatto in ogni caso se i ragazzi uccisi fossero stati bianchi) sono andati a scavare nel loro passato, a cercare di dimostrare che erano anche loro criminali, hanno parlato di regolamenti di conti, hanno infamato i morti: che schifezza!
Le notizie di ieri, se non ce ne sfugge qualcun'altra, sono due. La prima è l'aggressione contro un senegalese a Milano, da parte di due italiani con le mazze da baseball, la seconda è il pestaggio di un ragazzo cinese da parte di una gang di cinque o sei razzisti, a Roma, quartiere di Tor Bella Monaca. Noi stiamo abituandoci a questi episodi, che solo qualche anno fa erano isolatissimi, condannati da tutti, suscitavano sdegno. Il razzismo di massa nasce esattamente così: dall'abitudine, dal senso comune che finisce per considerare routine il pestaggio degli stranieri, la discriminazione, persino l'uccisione.
Ragioniamo un attimo sugli ultimi episodi. L'esecuzione di Abba, a Milano, e la strage di Castelvolturno. Come ha reagito il «vertice» della società italiana? Nel primo caso affannandosi a giurare che non era un omicidio razzista. Lo hanno fatto i giudici, lo hanno fatto i giornali, lo hanno fatto decine di leader politici. Nel secondo caso riducendo l'episodio ai minimi termini, inserendolo in una discussione dove veniva messo sotto accusa più l'eccesso di immigrazione clandestina che non l'efferatezza del delitto. Sarebbe come se dopo l'11 settembre qualcuno avesse detto: si certo, hanno fatto male i terroristi, però anche quei grattacieli così alti sono proprio fastidiosi...
In questo modo la stampa e quasi tutto il mondo politico si stanno assumendo la responsabilità della crescita del razzismo. Bisogna che noi reagiamo. Cominciamo da domani, andando in tantissimi alle manifestazioni di Roma, Caserta e Parma.

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